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Enzo Barillaro - l'arte dell'intreccio

MIN Video Enzo Barillaro 2018 9

 

 

 

 DOCUMENTARIO - Enzo Barillaro, l'arte dell'intreccio

 

 

Enzo Barillaro 2018 1bis

Era un pomeriggio d’estate quando andai a trovare Enzo, un uomo con un carisma eccezionale che aveva scelto di vivere in solitudine in un luogo panoramico sopra le colline di Tropea

Mi fece visitare la sua dimora intanto che mi raccontava la sua storia. Un ambiente dove tutto scorreva secondo il ritmo lento della natura: piante autoctone, animali in libertà, oggetti costruiti in legno...

In mezzo ad un campo spiccava un capanno, da lui stesso costruito secondo antiche tecniche; il suo luogo di ritiro durante le giornate di pioggia o di sole intenso, dove passava il tempo realizzando panieri e ceste. 

L’intreccio del paniere è un’arte tramandata da antiche generazioni, la sua realizzazione comporta una serie di attenti e prolungati passaggi. 

Si comincia con la raccolta delle canne e dei rametti di ulivo: per le prime la stessa deve avvenire in periodo di luna calante in modo che non contengano tanta linfa che ,durante la fase di essiccazione, potrebbe farle marcire. 

Una volta essiccate, le canne vengono ripulite dalla corteccia esterna e i rametti di ulivo dalle foglie. 

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Le canne vengono sezionate, longitudinalmente, in quattro parti uguali, per mezzo di un attrezzo fatto a crociera ed ogni singolo pezzo, a sua volta, diviso in due. 

La base del paniere viene realizzata con otto rametti di ulivo lunghi indicativamente poco più del palmo della mano, incastrati tra di loro a forma di croce e legati con una verga sottile e flessibile. Si procede poi intrecciando tre verghe in modo da ottenere il fondo. Una volta completato, si passa alla fase verticale. Vengono incastrati al fondo 18 montanti, uno per ogni raggio più due in corrispondenza del manico. Una volta incastrati tutti i montanti si piegano verso l’alto e si legano in modo da formare una gabbia. Da qui si passa all’orlo inferiore: si inseriscono tre fasci di tre verghe ciascuno, si attorcigliano tra loro e si intrecciano facendoli passare alternativamente all’interno e all’esterno dei montanti. Ultimato  l’orlo si riapre la gabbia e si passa al rivestimento esterno, fatto di canne che, alternativamente, si fanno passare dall’esterno all’interno dei montanti. Una volta raggiunta l’altezza desiderata si procede con l’orlo superiore, si rinforzano due montanti raddoppiandoli e si intrecciano, avendo l’accortezza di attorcigliarli su se stessi mentre si prosegue con l’intreccio. 

Il manico viene realizzato con una verga di spessore più grosso e rivestito con otto/dieci verghe più sottili che fungono anche da rinforzo. 

Si rifinisce tagliando i rametti che strabordano per renderlo lineare e perfetto; poi si lascia essiccare in modo che si alleggerisca e prenda definitivamente la forma data.

 

NG

 
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